21.600 è il numero medio di respiri che ognuno di noi fa ogni giorno. Se moltiplichiamo questo numero per i giorni che abbiamo vissuto sinora, questa cifra cresce enormemente. Ora, una domanda: di quanti di questi respiri siamo consapevoli? Probabilmente la risposta è ‘pochi’ o forse ‘nessuno’. E questo è davvero un peccato, vediamo ora assieme perché.

Una miniera di informazioni

Il primo motivo è che il respiro è in grado di darci molte informazioni sul nostro stato di salute, innanzitutto a livello emotivo. Il nostro respiro ci parla cioè di come stiamo. A questo proposito possiamo fermarci ad osservare, in un qualunque momento, quale parte del nostro corpo accoglie il nostro respiro. La respirazione dovrebbe fisiologicamente avvenire a livello dell’addome con un uso efficiente del muscolo del diaframma; a muoversi dovrebbe quindi essere la parte del nostro corpo che è compresa tra la base dello sterno e l’ombelico. Ciò indica uno stato di calma mentale e di lucidità. Spesso, tuttavia, lo stress della vita quotidiana o altri fattori ci portano ad avere una respirazione più alta, toracica, che alimenta uno stato emotivo di ansia e tensione.

Possibilità di azione

Il secondo motivo per cui è importante essere in contatto con il modo in cui respiriamo è che la respirazione, tra tutte le funzioni corporee, ha una particolarità: è sia involontaria che volontaria. Ciò significa che, se da un lato il nostro corpo respira senza che noi ci dobbiamo ricordare di farlo, dall’altro possiamo intervenire consapevolmente sulla respirazione con specifiche tecniche volte ad ottenere altrettanto specifici effetti sia a livello fisico che mentale. Esistono infatti pratiche calmanti, in grado di riportare a livello addominale la respirazione, abbassando ansia e stress, così come ne esistono di rivitalizzanti per darci energia nei momenti in cui ci sentiamo senza forze fisiche o stanchi e poco lucidi mentalmente.

Da dove cominciare?

Il punto di partenza per poter lavorare con il respiro è uno e uno soltanto: averne consapevolezza. Non posso infatti agire per modificare il mio respiro in un senso o nell’altro se non sono cosciente di esso.

Un primo piccolo esercizio che vi consiglio e che potete fare in autonomia è quindi quello di fermarvi almeno una volta al giorno, per un minuto, ad osservare il vostro respiro, il suo ritmo, la sua profondità, la parte del corpo in cui sentite il suo movimento. Chiedetevi anche come state in quel momento. Riceverete più risposte di quel che possiate pensare ora e quello sarà l’inizio di una nuova meravigliosa avventura alla scoperta di voi stessi.

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